Tullio Crali_

Fu la suggestione indotta dall’ammaraggio di un idrovolante a suscitare in Tullio Crali bambino la passione e l’ammirazione per queste macchine volanti, che influenzeranno la sua futura, unica e prolifica attività artistica.
E questo idrovolante ammarò proprio a Igalo, in Dalmazia (attuale Montenegro), dove nacque nel 1910. Sin da piccolo si trasferì a Zara, per via del lavoro del padre e da lì, nel 1922, raggiunse Gorizia, dove iniziò a frequentare l’Istituto Tecnico, cominciando a fornire prova delle sue capacità artistiche.
Qui fu influenzato a seguire il movimento futurista, prima avanguardia storica italiana del Novecento e nel 1928 volò per la prima volta, coronando così un sogno inseguito da bambino. Sofronio Pocarini, futurista e fratello dell’insigne germanista Ervino Pocar, lo fece conoscere a Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del movimento futurista e redattore del suo manifesto: il “manifesto dell’Aeropittura”.


In questo particolare tipo d’interpretazione della pittura, le prospettive venivano riviste e rimodellate dal salto altimetrico, dalla velocità e dalla necessaria trasfigurazione dei soggetti rappresentati.
I primi aerodipinti di Crali sono già preludio della notevole espressività tecnica e del talento dell’artista, che conoscerà piena maturità nei primi anni ’30. Da quel momento, l’evoluzione sarà continua sino alla realizzazione, nel ’39, del suo lavoro più acclamato, denominato ‘Incuneandosi nell’Abitato’, ove lo slancio prospettico restituisce l’ardita azione di picchiata tra gli edifici che un aereo sta compiendo, nel suo afflato di ritorno a una realtà contemporanea dal presente/futuro etereo da cui proviene.
La sua originalissima opera continuerà non solo nell’aeropittura, ma anche nella rappresentazione di altri soggetti e parteciperà alla Biennale di Venezia e alla Quadriennale di Roma.
Durante la sua esperienza a Parigi, inoltre, realizzerà tele e disegni influenzati dalla vita locale, dalla sua continua sete di nuove esperienze artistiche e dall’innata voglia di conoscere. Dopo questo periodo si trasferisce al Cairo, dove dirige la sezione pittura della Scuola d’Arte Italiana, al Cairo. Qui, la millenaria storia del luogo, accompagnata da un’arte di straordinarie bellezza e unicità, gli farà acquisire la consapevolezza che volgersi al passato è necessario al contemporaneo per meglio comprenderlo, generando un vissuto consapevole e prolifico anche sotto il profilo della semplice esperienza personale, come unità che si muove non più unicamente in caduta libera dal cielo, ma sulla reale retta del divenire.
Rientrato definitivamente in Italia, la sua opera non conoscerà comunque soste per giungere ai suoi ultimi soggetti, dedicati alle Frecce Tricolori.
Un importante corpus delle sue opere è stato donato dall’artista al MART di Roveredo, qualche anno prima della morte, avvenuta nel 2000. Forse, una volta raggiunto quel futuro che ispirò e guidò la sua vita.


Il progetto ‘Un viaggio nella Storia’ è un progetto proposto dall’associazione Associazione di Promozione Sociale, Culturale e di volontariato Porte a Nordest e finanziato da GECT GO. Tutti i diritti sono riservati | credits