Palazzo Attems_

La famiglia Attems probabilmente discende dal casto nobiliare medievale francese dei Montfort-l’Amaury prende il nome dal castello di Attimis, in Friuli che rivestì un ruolo centrale nel parlamento friulano, detenendo titoli di principi, conti e baroni. Quando lo ‘Stato da Tera’ veneziano si consolidò dopo il 1433 e il Friuli ne divenne stabilmente parte integrante, parte della famiglia rimase ad Attimis, mentre altra parte preferì trasferirsi nella contea di Gorizia, rivestendo cariche molto vicine alla reggenza comitale del tempo, che si esaurì con Leonardo, ultimo conte di Gorizia nell’anno 1500. Per questi, Ferdinando di Attems fu insignito del ruolo di cancelliere e, una volta stabilitasi sul territorio goriziano la monarchia asburgica, la casata si divise in due rami -Heiligenkreuze e Petzenstein- che, verso la metà del XVII secolo, furono elevati a conti del Sacro Romano Impero.
Circa un secolo più tardi, il conte Sigismondo d’Attems Petzenstein fece edificare l’elegante palazzo a Gorizia, su progetto dell’architetto goriziano Nicolò Pacassi, già architetto di corte per Maria Teresa d’Austria, ove oggi è custodita Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia e prestigiosa sede di mostre e incontri culturali.
Il palazzo, inizialmente disegnato in uno stile barocco tendente al rococò, conobbe mezzo secolo più tardi una rivisitazione stilistica nell’allora contemporanea chiave neoclassica, che ha mantenuto sino ai giorni nostri. A questa rivisitazione s’aggiunsero poi le sette statue che, da posizione apicale, adornano la facciata: sono opera dello scultore G.B. Mazzoleni e il soggetto rappresentato è ascrivibile a caratteri dell’Olimpo. Il giardino interno è disegnato all’italiana, riproponendo il rigore formale tardo rinascimentale in commistione con cespugli sempreverdi e fontane: oltre al lapidario, difatti, è presente anche una fontana, detta ‘dell’Ercole’, anche questa realizzata su felice intuizione del Pacassi.
La pinacoteca contemporanea accoglie circa cento elementi, databili tra la seconda metà del XVIII secolo e la prima metà del XX, rappresentati da sculture, incisioni e dipinti. Molte le opere del Settecento veneziano e riconducibili all’Ottocento locali, tra cui ricordiamo il celebre ‘Autoritratto con il fratello Francesco’ del goriziano Giuseppe Tominz. Molto rappresentato è anche il Novecento, tra cui ricordiamo Luigi Spazzapan, Vittorio Bolaffio e il futurista Tullio Crali.


Il progetto ‘Un viaggio nella Storia’ è un progetto proposto dall’associazione Associazione di Promozione Sociale, Culturale e di volontariato Porte a Nordest e finanziato da GECT GO. Tutti i diritti sono riservati | credits