Nova Gorica_

La città è nata nel 1948, tre anni dopo la fine della seconda guerra mondiale. Il nuovo confine, tracciato dalle amministrazioni alleate, separerà di fatto tutte le porzioni nord ed est della provincia di Gorizia da quelle rimaste all’Italia.
Per la parte slovena si venne a creare la necessità di un nuovo centro di riferimento per la popolazione del retroterra, che s’identifica con le due splendide valli del fiume Isonzo e Vipacco.
L’idea alla base della città era di costruire un qualcosa di rappresentativo del socialismo, simbolo di progresso e futuro, in un nucleo sia abitativo sia residenziale. Fu prescelta per l’edificazione la piana a nord-est della vecchia città di Gorizia, rimasta in Italia a seguito della ridefinizione dei confini del dopoguerra. La nuova città avrebbe dovuto rappresentare un’avanguardia socialista anche in chiave di propaganda politica. E fu per opera di Edo Ravnikar, architetto sloveno nato nel 1907, che l’idea della nuova città prese vita, su uno schema fortemente connotato da una pianta a croce, ove le due principali direttrici s’incontrano in prossimità del centro direzionale. La prevista piantumazione di specie arboree per ingentilire questi grandi viali non trovò realizzazione, conferendo al tutto un aspetto austero.
Lo sviluppo urbanistico e demografico fu rapido e notevole soprattutto negli anni cinquanta e sessanta, sebbene la fase iniziale abbia accusato non pochi ritardi, seguendo gli schemi architettonici dei quartieri popolari sovietici (ruski bloki).
Nasce così una città completamente nuova corredata da una discreta quantità di verde pubblico.
Nova Gorica, nata ex novo con queste prerogative, è stata separata da Gorizia dapprima col confine italo-jugoslavo e poi con quello italo-sloveno. Dall’entrata della Slovenia nell’area del trattato di Shengen, che ha rivisto lo status dei rapporti confinari e doganali, il confine è di fatto venuto meno e la piazza della stazione Transalpina, ribattezzata Piazza Europa, rappresenta il simbolo di quest’unione che avvicina le due cittadinanze. Difatti, al posto del filo spinato che segnava il vecchio confine, oggi trova posto un mosaico rievocativo che ricorda un confine molto vicino nel tempo, ma decisamente sfumato nel comune sentire: la linea di demarcazione tra i due Stati, nel secondo dopoguerra divise famiglie, amici e coscienze. Oggi, tutto ciò non esiste più. Anche nelle lingue parlate, che sono lo sloveno, l’italiano, il friulano e il tedesco come un secolo addietro.
Negli ultimi anni Nova Gorica ha avuto un notevole sviluppo economico in vari importanti settori. Il più sviluppato oggi è quello del divertimento, con varie case da gioco tra cui i due casinò più grandi d’Europa.
In omaggio al simbolo storico più caratteristico della città, il monastero francescano della Castagnavizza, Nova Gorica ha adottato come simbolo cittadino una rosa, che ricorda quelle coltivate con grande passione nel giardino del monastero, note per essere della varietà bourbon, in omaggio ai reali di Francia che ivi riposano.
Alcuni punti di assoluto interesse presenti sul territorio di Nova Gorica sono il ponte ferroviario di Salcano, da primato per essere quello ad arco più grande del mondo costruito in pietra, il santuario di Monte Santo e il castello dei conti Coronini, nella frazione di Moncorona-Kronberk.


Il progetto ‘Un viaggio nella Storia’ è un progetto proposto dall’associazione Associazione di Promozione Sociale, Culturale e di volontariato Porte a Nordest e finanziato da GECT GO. Tutti i diritti sono riservati | credits