Nora Gregor_
Nora Gregor, pseudonimo di Eleonora Hermina Gregor nasce a Gorizia, il 3 febbraio 1901.
Nasce nel cuore della città, in quel borgo Piazzutta cui sarà sempre molto legata nei suoi ricordi più cari. Qui riceverà un’educazione di prim’ordine, presso il collegio delle suore di Notre Dame. Il padre, boemo, è un noto orologiaio e orafo cittadino mentre la madre è originaria della bassa Austria: a seguito dello scoppio della guerra l’intera famiglia si trasferì prima a Klagenfurt e poi a Graz.
Qui studiò recitazione e fu notata dall’attore di origini italo albanesi Alessandro Moissi, che la avviò al mondo teatrale che conta: quello viennese.
Nel 1920 inizia una brillante carriera che la porta a esibirsi nei teatri di Vienna, Berlino, Parigi e a Hollywood nei primi successi del cinema sonoro.
Proprio a Berlino fu notata dal famoso regista e drammaturgo austriaco Max Reinhardt, che le propose una collaborazione che la consacrerà definitivamente, sebbene non senza qualche contrarietà dello stesso, critico sul suo approdo agli ambienti hollywoodiani.
Nei primi anni ‘20, difatti, per la sua indole e la sua personalità del tutto peculiari, contraddistinti da bellezza, eleganza e da una spiccata armonia, aveva raggiunto il cuore di un pubblico raffinato ed esigente, con una pesante periodo bellico oramai definitivamente alle spalle.
Si cimentò sia nel cinema muto, sia nei primi vagiti del sonoro, azzeccando proprio nel cuore della rampante cinematografia americana qualche pellicola particolarmente acclamata, come “ll processo di Mary Dugan”.
A seguito del ritorno in Europa, la sua popolarità conobbe ulteriore lustro in Austria e in Germania come protagonista di film non impegnati, raccogliendo non solo un considerevole successo di pubblico, ma anche un’acclamazione della critica austriaca più accreditata quando iniziò a interpretare ruoli teatrali molto impegnati, quali quelli di Agnes Bernauer, di Kätchen von Heilbronn, della Giulietta shakespeariana, della Natalie del Prinz von Homburg. Riuscì a interpretare memorabili ruoli femminili del teatro classico, sino all’anno 1937, quando la sua carriera conobbe il punto d’arresto. Che corrispose con il matrimonio con il politico austriaco Ernst Rüdiger Starhemberg.
L’annessione dell’Austria alla Germania nazista, avvenuta il 12 marzo 1938, costrinse la coppia all’esilio, dapprima in Francia e poi in Cile.
Qui conobbe difficoltà invalicabili, una volta abbandonata dal marito e con un figlio a carico. La guerra non le permise di far ritorno in Austria, per via del passato politico del suo ormai ex marito e morì probabilmente in miseria, nemmeno cinquantenne, in circostanze mai ben chiarite.
Una grande protagonista goriziana della stagione d’oro del grande cinema si spegneva nell’oblio, lontanissima da casa e da quel mondo che l’aveva tanto amata e celebrata.