la stazione_
Con il termine Transalpina si denominava l’insieme di linee ferroviarie, realizzate all’inizio del XX secolo dall’Impero austro-ungarico, nell’ambito dell’Alpenbahnenprogramm.
Questa ambiziosa sfida ingegneristica prevedeva il collegamento su via ferrata tra la capitale Vienna, le regioni adriatiche e quelle del centro – Europa. Il terminal adriatico era appunto rappresentato da Trieste che, con il suo porto in forte espansione, era divenuto lo sbocco a mare dell’Impero.
La stazione ‘della Transalpina ‘ebbe in origine il nome di Görz Staatsbahnhof, mentre la stazione insistente sulla linea cosiddetta meridionale, la Görz Südbahnhof, collegava la città di Udine, anche questa in forte espansione, con quella di Trieste ed era gestita da una società privata, in competizione per prezzi e servizi. Questa stazione, un tempo detta appunto ‘La meridionale’, è oggi la stazione principale di Gorizia.
Pesantemente bombardata durante la prima guerra mondiale, la stazione fu ricostruita e ribattezzata successivamente Gorizia-Montesanto. Gli anni prima della seconda guerra mondiale conobbero grande fermento di traffici merci e passeggeri, mentre dal 1940 in poi, fu adibita a scopi militari e di trasporto truppe. Con l’occupazione tedesca del 1943, la stazione fu punto di partenza di ebrei e partigiani slavi alla volta dei campi di concentramento.
Passata alla Jugoslavia dopo il ’47, sulla stazione fu posizionato il simbolo del socialismo che connotava la reggenza politica del tempo: una grande stella rossa, che campeggiava sulla facciata rivolta alla piazza. La stazione cambiò così nuovamente nome, diventando quella di Nova Gorica.
Al termine della parcellizzazione dell’ex Jugoslavia in molte repubbliche indipendenti, nel 1991 la Transalpina passò sotto il controllo della neonata Repubblica di Slovenija: la stella rossa fu dapprima modificata e poi rimossa, mentre la piazza antistante al manufatto rimase divisa dall’Italia fino al 2007 quando, dopo l’entrata della Slovenia nell’Unione Europea e l’eliminazione del controllo confinario, il muretto divisorio fu abbattuto e la piazza riacquisì la sua originale conformazione.