la Transalpina_

La ferrovia Transalpina rappresenta, ancora oggi, una delle più importanti e significative infrastrutture di collegamento tra mare Adriatico e Centro Europa: con questo termine s’intendeva indicare il complesso sistema di linee ferroviarie pensato in seno all’Alpenbahnenprogramm, la pianificazione dei trasporti su rotaia dell’Impero Asburgico, realizzate agli inizi del ‘900.
Questa ambiziosa sfida ingegneristica prevedeva il collegamento su via ferrata tra la capitale Vienna, le regioni adriatiche e quelle del centro – Europa. Il terminal adriatico era appunto rappresentato da Trieste che, con il suo porto in forte espansione, era divenuto lo sbocco a mare dell’Impero.
A Trieste il capolinea era ubicato presso l’impianto della Kaiserlich-königliche österreichische Staatsbahnen, attuale Campo Marzio, al tempo nota come stazione Trieste – Sant’Andrea.
Il grande porto era dunque collegato alla Carinzia tramite una rete di oltre 140 chilometri di vie ferrate, congiungendolo con Jesenice, oggi al confine tra Slovenia e Austria.
Innumerevoli i primati di quest’ardita rete ferroviaria, caratterizzata da innumerevoli viadotti, gallerie e curve a raggio ridotto, dove le brillanti intuizioni dell’ingegnere veneziano Carlo Ghega, già impegnato nella progettazione della ferrovia del Semmering, furono essenziali per la riuscita del progetto. Alcuni tratti omologati per il trasporto merci presentano pendenze massime del venticinque per mille.
A seguito dei due conflitti mondiali pesantemente sopportati e dell’avvicendarsi di Stati e di gestioni differenti la Ferrovia Transalpina ha conosciuto una pesante rivisitazione, pur rimanendo del tutto fruibile nel suo percorso iniziale. Ciò ha comportato comunque un declassamento della linea, oggi utilizzata per il piccolo trasporto locale e per motivi turistici.


Il progetto ‘Un viaggio nella Storia’ è un progetto proposto dall’associazione Associazione di Promozione Sociale, Culturale e di volontariato Porte a Nordest e finanziato da GECT GO. Tutti i diritti sono riservati | credits