il Castello_
Il castello rappresenta per Gorizia sicuramente il manufatto più importante e distintivo della città, connotandone lo stemma e rendendo la città immediatamente identificabile sia dalla pianura, sia dalla cerchia collinare circostante.
Edificato su un colle a 155 metri sul livello del mare, il castello sorge probabilmente sul sito di un castelliere protostorico, sostituito in seguito in età romana da un punto di osservazione da posizione privilegiata. Questo maniero dà le prime notizie di sé attorno al 1146, quando comparve per la prima volta la notizia dell’insediamento di una contea in zona, sebbene risalga al 28 aprile 2001 il documento con il quale l’imperatore Ottone III donava metà del castello e del territorio di Salcano con la villa Gorizia al patriarca Giovanni II e l’altra metà al conte Verihen del Friuli, citando una La villa “quae Sclavorum lingua vocatur Goriza”.
È ipotizzabile che la struttura arcaica dell’edificio fosse costituita da una serie di strutture difensive lignee, man mano sostituite e integrate da quelle in pietra e muratura: come si può evincere dal sigillo trecentesco della città concesso dal duca d’Austria Alberto II d’Asburgo, la struttura dell’epoca era composta da un mastio centrale affiancato da torri perimetrali.
Con l’ampliamento e la fortificazione del feudo, anche il borgo fortificato sottostante crebbe di dimensioni e d’importanza, espandendosi anche al di fuori della prima cerchia muraria.
Molteplici sono le vicissitudini legate al maniero e alla storia della vasta Contea di Gorizia; nel 1508, dopo solo otto anni dalla scomparsa dell’ultimo conte, la città passò di mano alla Repubblica di Venezia, che rivendicava il diritto di successione alla contea, passata di mano a Massimiliano I d’Absburgo.
Nei soli tredici mesi di dominio veneziano, la fortificazione fu munita di ulteriori strutture che la rendevano adatta alle moderne tecniche di guerra. Di quel periodo rimane a testimonianza il leone marciano in pietra, che sovrasta l’ingresso principale.
Il rinnovamento delle strutture fortificate perdurò sino al diciottesimo secolo, quando allo studio delle polveriere e dei muraglioni vi si applicò anche il matematico e astronomo Edmund Halley, cui è intitolata una famosa Stella Cometa.
Da quel periodo in poi, vista la stabilità politica dell’Impero Absburgico, la struttura fu impiegata unicamente come caserma e come carcere, di cui all’interno si possono ancora apprezzare le strutture, perdendo così parte dell’aspetto medievale che lo aveva in precedenza connotato.
Se nel corso dei secoli il manufatto non aveva dovuto subire particolari aggressioni, durante la Grande Guerra fu sottoposto a una serie di gravosi bombardamenti che lo danneggiarono pesantemente, ma sortirono anche la magra consolazione di fare emergere antiche strutture inglobate nel corso dei secoli nelle murature. Ciò permise all’architetto e ingegnere veronese Forlati, intervenendo per contro della Soprintendenza di Trieste, di ricostruirlo secondo un piano ricostruttivo che ponesse l’accento sulle tappe fondamentali della sua storia millenaria, non senza qualche forzatura riconducibile al periodo in cui fu riportato all’antico fasto (1934-37).
Oggi, oltre a esser simbolo della città di Gorizia, è sede espositiva e d’importanti appuntamenti culturali.