Palazzo Werdenberg_
Il XVI secolo fu, in quest’angolo d’Italia, un periodo di stabilità e di tranquillità, sotto l’egida degli Asburgo che, da 1508, vi sarebbero rimasti per oltre quattro secoli. In questo primo periodo si assiste all’arrivo in città di una nobiltà feudale asburgica che, per via dell’amenità del luogo e del clima, decise di costruirsi sontuose dimore.
Agli albori del ‘600 questa nuova linfa indusse i Gesuiti a stabilirsi in città e ad aprire un nuovo collegio, per curare l’educazione dei più giovani. Questo collegio, poi, aumentò per spazi e dimensioni grazie anche ai lasciti del barone Johann Baptist Verda von Werdenberg, primo Cancelliere di Corte per l’Alta e Bassa Austria, il cui padre, un legale ticinese, s’era trasferito a Gorizia con la famiglia.
Egli, difatti, provvide a stanziare un generoso lascito pecuniario per i giovani seminaristi e a donare un edificio di sua proprietà, ampliandolo successivamente e rifacendolo quasi in toto, sino a fargli assumere la configurazione contemporanea. Un edificio caratterizzato da un tratto semplice e sobrio che si armonizza perfettamente con le sue linee architettoniche. La sua funzione originale è pienamente espressa, con la fortunata eccezione degli stucchi barocchi posti sulla sommità dello scalone interno.
Oggi il palazzo è sede della Biblioteca stata Isontina e ha origine culturalmente molto nobile, essendo stata una delle sei biblioteche degli Studi della monarchia asburgica. Le basi della raccolta libraria affondano le radici proprio in quel collegio dei Gesuiti così favorito dall’operato del Werdenberg.