Palazzo delle Poste_
Il bolognese Angiolo Mazzoni del Grande fu uno dei maggiori progettisti di edifici pubblici, edifici ferroviari e postali della prima metà del XX secolo.
Dall’espressione progettuale connotata da spiccato eclettismo, egli prestò prevalentemente opera da un punto di vista professionale come ingegnere capo per le Ferrovie dello Stato, sposando le correnti architettoniche del razionalismo e del costruttivismo.
A Gorizia egli ricevette l’incarico di realizzare il nuovo palazzo delle poste, terminato nel tardo ’32. Egli propose un edificio di spiccata monumentalità, ove la pietra d’Aurisina si alterna al mattone e le volumetrie, connotate da spiccato verticalismo, restituiscono una piazza su cui spicca la torre civica dell’orologio, dagli indici in vetro colorato: la parte sommitale della torre, a quasi trenta metri d’altezza, denota qualche rimando stilistico a forme veneziane. Il porticato ospita un gruppo marmoreo in cui sono raffigurate tre vittorie, dedicato ai caduti postelegrafonici. Quest’opera si deve a Domenico Ponzi, uno dei più poetici scultori italiani del primo Novecento proteso alle avanguardie del Novecento nella commistione con un classicismo ottocentesco di matrice naturalista.
Numerose sono le opere d’arte custodite nell’edificio, coeve al periodo di realizzazione, tra le quali il ‘treno in corsa’ del futurista Guglielmo Sansoni, uno dei maggiori protagonisti italiani dell’aeropittura, o il mosaico di San Cristoforo, realizzato dalla celebre pittrice e mosaicista Matilde Festa Piacentini. Da ricordare anche il ciclo pittorico ad opera di Guido Cadorin, all’interno della torre, declinato dal pittore veneziano sulla tematica delle vittime della guerra.
Interessante notare come il Palazzo delle Poste di Gorizia, come numerose altre opere del Mazzoni, sia per l’incontestabile qualità realizzativa, sia per l’efficienza palesata già dal concepimento dell’opera, rimanga ancor oggi in funzione con la sua primigenia destinazione, soddisfacendo le esigenze per le quali è stato pensato.